Associazione Ca’ Rossa
GENTI, INTENDETE QUESTO SERMONE
di e con MATTEO BELLI
monologhi giullareschi medievali e moderni
E’ una lezione-spettacolo, per nulla accademica, sorta di florilegio di testi giullareschi italiani medioevali e moderni, raccolti con l’intento di offrire all’attenzione dello spettatore il carattere specifico della parola giullaresca, quello di essere pensata appositamente per la scena, più che per la pagina scritta.
Ecco allora che il percorso proposto è un’occasione per ascoltare e veder rappresentati brani poetici del XIII e XIV secolo, esemplari di una letteratura un tempo considerata minore ed ancora oggi poco studiata ma che, al di là dell’indiscutibile vivezza e godibilità rappresenta, in alcuni casi, un estremo interesse per le soluzioni di grande modernità, quasi premonitrici di esiti letterari molto posteriori. Si va da un classico lungamente dibattuto come “Rosa fresca aulentissima” di quel Ciullo o Cielo d’Alcamo che già fu al centro di svariate contese tra critici, ai sorprendenti giochi linguistici del “Bisbidis” di Manoello Giudeo, passando per testi celebri e amati dai cultori come “La nascita del villano” di Matazone da Caligano e la straordinaria e grottesca drammaticità della “Parodia della Passione” di Ruggieri Apugliese. Il tutto incorniciato da due brani scritti dall’interprete: una libera rilettura di una novella del Sacchetti e, nel finale, un omaggio dedicato all’antica tecnica del grammelot, linguaggio quasi senza parole riconoscibili e basato sulla tecnica onomatopeica dell’imitazione di altre lingue. Ogni brano è preceduto da un’illustrazione storico-critica da parte dell’attore, che introduce lo spettatore moderno ad una migliore intelleggibilità non solo della lettera ma anche delle questioni tematiche e stilistiche proposte da testi tanto lontani nel tempo anche se per molti fattori incredibilmente attuali.
Costumi: Ileana Colognesi
Organizzazione: Maurizio Sangirardi
Fotografie: Robert Marnika
Progetto grafico: Mirella Pagin